- Veronica Manca
- Diritto penale, Diritto penale dell'esecuzione
- 31 Marzo 2023
Il giorno 19 maggio 2023 dalle ore 09:00 alle ore 17:00 presso la Casa di reclusione di Padova si terrà la Giornata nazionale di studi dedicata a “La tenerezza e la Giustizia: la tenerezza è un modo inaspettato di fare Giustizia (Papa Francesco)”.
In tempi densi di guerre e violenze parlare di tenerezza e Giustizia può sembrare inutile. Ma la sfida consiste proprio nel mettere insieme questi due concetti, che sembrano tra di loro inconciliabili: la tenerezza applicata alla Giustizia, di cui si è, invece, abituati a vedere un volto severo, duro e crudele. Papa Francesco ha avuto il coraggio di dire che “la tenerezza è un modo inaspettato di fare Giustizia” e che “la giustizia deve sempre lasciare aperta una finestra di speranza”.
La tenerezza e la Giustizia

La giornata di studi si articolerà, quindi, in cinque tappe.
La prima tappa sarà dedicata ai minorenni, per compiere un metaforico viaggio dalla mala giustizia alla giustizia della tenerezza. Questo significa, innanzitutto, aiutare in particolare le persone detenute a comprendere meglio i propri figli e nipoti, perché chi sta in carcere da anni poco conosce del mondo fuori e poche occasioni ha di trovare delle risposte alle domande che ingombrano la testa. Inoltre, negli Istituti Penali per Minorenni è fondamentale mettersi in ascolto dei ragazzi, coglierne le fragilità, aiutarli a scavare nelle loro vite, perché loro vedono i magistrati e la Giustizia come lontani e ostili. Poi, ci sono i ragazzi con una diagnosi di disturbo della personalità che, se si associa all’uso di sostanze, diventa doppiamente pesante, e sono ragazzi che spesso finiscono in carcere invece di avere un percorso vero di cura, magari solo perché non c’è posto nelle REMS.
La seconda tappa sarà dedicata ai migranti, per compiere un metaforico viaggio dalla pietà ceduta in cambio di niente alla tenerezza da recuperare.
La terza tappa sarà dedicata all’informazione, per compiere un metaforico viaggio dalla mala giustizia alla giustizia della tenerezza. È fondamentale rieducare una collettività satura di notizie, ma povera di conoscenza, perché, come ha scritto sapientemente il professore Vittorio Manes nel suo libro “Giustizia mediatica”, “la verità narrata dai media è spesso una verità deformata. I media non sono uno specchio che riflette la realtà, ma molto spesso la distorce”. Per questo è necessario “rimuovere la passività narcotica con cui spesso vengono acquisite, recepite, passivamente appunto, alcune notizie senza quell’approccio critico che dovrebbe muovere un lettore/spettatore consapevole”.
La quarta tappa sarà dedicata ai “cattivi”, cattivi per un po’ e cattivi per sempre. Le parole della Giustizia dovrebbero essere chiare e cristalline, mentre, spesso, sono crudeli, menzognere, incomprensibili, inaccessibili ai più. Così, la funzione dell’avvocato finisce per essere quella di difendere i suoi clienti dalla macchina della Giustizia, che produce parole che inchiodano i “cattivi per sempre” al loro passato. Spesso, infatti, non si condanna un delitto accertato, bensì si condanna la pericolosità sociale di chi è accusato o anche solo sospettato di aver commesso un reato. Si procede per sospetti preventivi generalizzati e per condanne sociali e mediatizzate. Ma ci sono anche magistrati che credono di più a un cambiamento culturale che a una guerra alla criminalità condotta solo con strumenti bellici.
Infine, la quinta e ultima tappa sarà dedicata al momento in cui i racconti del male si intrecciano con quelli del bene.
Parteciperanno ai lavori, con le loro testimonianze, anche i redattori detenuti di “Ristretti Orizzonti”, che dialogheranno con i loro familiari.
I lavori saranno coordinati da Adolfo Ceretti, Professore ordinario di Criminologia dell’Università di Milano-Bicocca e Coordinatore Scientifico dell’Ufficio per la Mediazione Penale di Milano.